La talentuosa fotografa Maria Pia Severi
rientra nel novero selezionato degli artisti partecipanti alla mostra
collettiva allestita nel contesto istituzionale del Museo Gipsoteca Canova a
Possagno, inaugurata in data sabato 17 gennaio con la partecipazione
straordinaria del critico Vittorio Sgarbi, che resterà allestita fino 10
febbraio 2015 ed è organizzata dal manager produttore Salvo Nugnes.
Nello spiegare il filo conduttore che la
guida e la ispira la Severi dice "Vorrei coinvolgere le persone nelle
emozioni, che provo io fotografando. Inoltre, vorrei lasciare libero sfogo
all'interpretazione delle mie foto. Ogni città che visito deve diventare prima
‘mia’ in senso culturale, storico e visivo. Ecco come fotografo: seguo il mio
istinto sempre e ho creato uno stile considerato rivoluzionario di foto in
movimento".
Di recente la Severi ha pubblicato un
corposo volume dedicato alla città di Milano, dal titolo "Milano-Il
fascino di una metropoli" sul quale il direttore Alessandro Sallusti ha
commentato "Lo scenario narrativo rievocato sembra inserito in uno
spazio virtuale di sospensione tra reale e irreale, apparenza e sostanza,
invenzione e riproduzione fedele, che offre una prospettiva di vivace
innovazione nel campo applicativo dell'arte fotografica e si pone come esempio
a modello per l'apporto di un prezioso contributo al suo sviluppo evolutivo,
decretando l'ineccepibile professionalità di mestiere dimostrata dall'artista,
dominata dall'appassionata propensione creativa e dall'intento di condividere
con lo spettatore i sentimenti e le emozioni alla base della sua ispirazione.
Le immagini raffigurate suscitano immediata curiosità, proprio per la non
voluta nitidezza, per quell'intenzionale dimensione di non completa visibilità
percettiva, che le rende -entità'- evanescenti, avvolte da una magica
atmosfera onirica, determinata dalla loro -visione imperfetta-".
Su di lei Sgarbi ha dichiarato "La
Severi ci inghiotte nello spazio attrattivo delle sue forme. Propone immagini
fotografiche, che non documentano, ma evocano. Negli scatti della Severi non
luoghi, ma la percezione dei luoghi, la memoria indefinita non delle situazioni
e dei particolari, ma delle sensazioni, come ciò che resta di un sogno. Le
fotografie sono una sfida alla memoria, il tentativo di fotografare i ricordi,
la natura anche imprecisa, ma decisiva".
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