Numerose presenze ha già registrato la
mostra collettiva “Riflessioni contemporanee” organizzata dal manager
produttore Salvo Nugnes nella pregiata ambientazione secolare del Museo
Gipsoteca Canova, che ha visto la partecipazione eccezionale del critico
Vittorio Sgarbi all'elegante gala di vernissage inaugurale svoltosi sabato 17
gennaio 2015. All'iniziativa, che durerà fino al 10 febbraio 2015, prendono
parte rinomati esponenti del panorama contemporaneo. Tra essi anche il pittore
Federico Tamburri, che propone un circuito di dipinti di particolare
articolazione narrativa.
Pur essendosi formato nei ranghi
tradizionali dell'arte accademica ha sviluppato un proprio stile
d'inconfondibile esclusività, volutamente non copiativo ed emulativo,
perseguendo il bisogno di cercare una forma d'espressione concepita sia come
impegno riflessivo e indagine interiore sia come "esercizio
artistico" di evasione divertimento. Si dimostra un pittore dal gusto
contemporaneo e dall'indole creativa ed estroversa, così come riservata e
intimista con un atteggiamento orientato ad approfondire la ricerca di sé, del
proprio vissuto e di situazioni contingenti, che sono già accadute o potrebbero
verificarsi trasferendone la suggestione evocativa nelle opere tramite la
geniale "combinazione aggregativa" d'immagini, che congiunge la
realtà al simbolismo fantastico, onirico e surreale.
Su Tamburri è stato dichiarato "Nelle
rappresentazioni si ravvisano l’originalità del segno e la sensibilità innata
per il colore e le sue infinite variazioni e declinazioni, che instaurano
un'efficace formula pittorica di continuità tra desiderio espressivo e prodotto
finale, dotato di spontanea e automatica conseguenzialità narrativa, di fluido
movimento dinamico e di uno schema materico ordinato, unitario e omogeneo, che
non trascende in dispersive e indecifrabili frantumazioni. Vuole rendere partecipe
lo spettatore della sua visionarietà guidata dalla ‘geografia interiore’ e dal’paesaggismo
psicologico’ che si rispecchiano nell'Io percettivo e nella volontà di
salvaguardare l’unità tra coscienza e identità del proprio ego, che nutre e
alimenta un sogno di arte totalitaria e universale, degna di protrarsi e durare
nel tempo".
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