Torino, 15 aprile 2014
A Torino, la Sea Marconi innova insieme al Politecnico e alle Università
Workshop BioAlma - 15 aprile 2014 ore 16.00 presso AGORÀ I3P, Via P. C.
Boggio 59 - Torino
A Torino, dopo la FIAT, pioniera nell’uso del
bioetanolo per la mobilità sostenibile (a partire dal Brasile) e le iniziative
dello Slow Food con la valorizzazione del territorio, il progetto BioAlma (BIOcarburante da ALghe per la Mobilità
sostenibile in Aree urbane) offre straordinarie opportunità di sviluppo sui
temi strategici dell’EXPO 2015: “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.
Il 15 aprile presso l’Incubatore delle Imprese del
Politecnico di Torino, si sono discussi gli attesi risultati del progetto BioAlma
con l’apertura di Cristina Tumiatti, presidente dei Giovani Imprenditori di
Torino e direttore commerciale della Sea Marconi, PMI d’eccellenza torinese. BioAlma è un progetto finanziato nel
2012 dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che
ha visto la partecipazione della Sea Marconi, del Politecnico di Torino,
dell’Università degli Studi di Torino e l’Università di Catania. Nel settore
delle microalghe Sea Marconi ha partecipato al progetto europeo BioAlgaeSorb
(FP7), concluso nel 2013.
All’interno di BioAlma si è sorprendentemente
dimostrata la fattibilità di convertire in modo diretto le microalghe coltivate
in laboratorio in bioetanolo di terza generazione: un nuovo carburante “bio”
utilizzabile per il trasporto nelle aree metropolitane.
Già da alcuni anni la ricerca sta percorrendo la
strada di trasformare le alghe in biocarburanti, soprattutto il biodiesel, con
il progetto BioAlma invece si è esplorata una via del tutto innovativa e
promettente: il team di ricerca è stato capace di passare dalla microalghe al
bioetanolo sfruttando l’azione di particolari batteri, superando i più
complessi e costosi procedimenti impiegati per la produzione di biodiesel (estrazione,
essiccazione, estrazione dell’olio, transesterificazione).
L’innovazione consiste quindi nell’aver scoperto
una nuova strada per la produzione di biocarburante da microalghe decisamente
più semplice, più veloce, più economica. Questo porterà alla produzione di
bioetanolo con impianti più piccoli (e dunque installabili più vicino alle are
urbane) e minori investimenti di start-up.
L’impiego delle microalghe è perfettamente
allineato con quanto richiesto dalla Commissione Europea (Direttiva “RED”, 2009/28/CE)
, che ha stabilito che entro il 31 dicembre 2020 i produttori di carburanti per
il settore trasporti dovranno ridurre di almeno il 10% le emissioni di gas
serra (GHG). A ciò va aggiunto che a Bruxelles hanno messo le microalghe ai
primi posti nella lista delle biomasse il cui contributo verso il
raggiungimento dell’obiettivo del 10% sarà considerato altamente premiante
rispetto ad altre fonti rinnovabili.
I risultati della ricerca del progetto BioAlma
sono l’inizio di una filiera straordinariamente sostenibile, soprattutto grazie
alle microalghe, che possono essere coltivate senza togliere spazio ai terreni
agricoli, non richiedono necessariamente acqua pulita, crescono velocemente
senza l’uso di pesticidi o fertilizzanti, hanno una elevata resa per unità di
superficie coltivata offrendo moltissime applicazioni anche per gli scarti di
produzione, assorbono quantità maggiori di anidride carbonica, consentono una
drastica riduzione dell’impatto ambientale in termini di CO2
equivalente, con particolare riguardo alla riduzione di emissioni climalteranti
(Global Warming Potential, GWP).
I partner di progetto
I partecipanti del Progetto BioAlma, sono:
1. Sea Marconi Technologies, il cui ruolo
principale è invece nella fase di conversione della biomassa in biocarburanti,
anche attraverso la realizzazione di prototipi in piccola scala dei processi di
conversione presi in esame;
2. Il Politecnico di Torino (DIATI, DENERG,
DISAT), coordinatore del progetto e con un ruolo trasversale, occupandosi degli
aspetti di LCA e analisi energetica degli scenari e processi di produzione
presi in considerazione nel progetto;
3. L’Università di Torino, nella persona del prof.
Gianfranco Gilardi, esperto internazionale nell’ambito della conversione
enzimatica;
4. L’Università di Catania (Dipartimento di
Scienze Agronomiche, Agrochimiche e delle Produzioni Animali), con la
responsabilità degli aspetti relativi ai processi di produzione (coltivazione)
della biomassa algale, ed eventuali opzioni di miglioramento rispetto allo
stato dell’arte.
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